venerdì 19 settembre 2008

Arcigay "La sfilata non sarà una provocazione". Mancuso: non siamo contro la Chiesa.

(La repubblica, edizione di Genova) "Per noi l´obiettivo non è fare qualcosa contro la Chiesa, ma dialogare con la Chiesa; è chiaro che se da parte ecclesiale ci saranno attacchi, noi risponderemo. Ma per il momento ci attestiamo alla posizione che ha espresso il cardinale Bagnasco, e io ripeto che vorrei incontrarlo, così come si è potuto fare con i vescovi di altre città": Aurelio Mancuso, presidente nazionale di Arcigay, ribatte così alle accuse di don Marco Doldi sulla scelta di Genova come sede del Gay- Pride come una vera e propria provocazione verso i credenti e soprattutto la Chiesa, visto che questa è la città del presidente della Cei. E per quanto riguarda la data finale del Gay Pride, chiarisce che si tratta solo di una scelta indicativa, in attesa di certezze sulle elezioni europee. «Don Doldi si vada a leggere il numero di giugno di "Argomenti sociali", la rivista dei gesuiti - dice Mancuso - Si parla della ricerca svolta dal gruppo di bioetica dei gesuiti che conclude come le unioni civili omosessuali siano positive per la società...». E la scelta di Genova, aggiunge, è stata fatta considerando che si tratta di una grande città dove però il movimento omosessuale è ancora poco alla luce; «che a Genova c´é Bagnasco, in verità, ce ne siamo ricordati soltanto dopo». Sabato e domenica a Bologna il consiglio nazionale di Arcigay discuterà anche dell´evento genovese, per cui è già partita la macchina organizzativa.

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